Solo due donne su dieci sono consapevoli che la loro prima causa di morte sono le malattie cardiovascolari e l’infarto: sei donne su dieci indicano il tumore mentre il 74% ritiene che le malattie cardiovascolari lo siano per gli uomini. Le cardiopatie nelle donne presentano uno spettro di incidenza, una gravità e una prognosi molto diversa rispetto alle medesime malattie nell’uomo. Inoltre, i mezzi utilizzati per porre una corretta diagnosi possono essere molto diversi nei due sessi. Quello che risulta davvero problematico quando si cerca di affrontare il problema dell’approccio “genere-correlato” alla cardiopatia aterosclerotica, è proprio la valutazione del rischio di sviluppare tale condizione nella donna. La donna non ha consapevolezza del pericolo e non protegge il proprio cuore.
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